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  5. Protonterapia

La Protonterapia

La Protonterapia (Terapia con fasci di Protoni - PBT) è un tipo di radioterapia utilizzata per il trattamento del cancro. Utilizza fasci di “protoni” invece di fasci di raggi X (“fotoni”), utilizzati nella radioterapia convenzionale. Viene denominata Adroterapia quando le particelle utilizzate per bombardare il tumore sono protoni e ioni carbonio. È più precisa della radioterapia convenzionale, quindi danneggia meno il tessuto sano attorno al tumore e nel resto del cervello.

Una macchina (chiamata ciclotrone o acceleratore di particelle) accelera i protoni facendogli guadagnare energia. Una volta raggiunto un elevato livello di energia, i protoni vengono quindi irradiati fuori dalla macchina e, mediante magneti, focalizzati in fasci verso il tumore. I protoni rilasciano la maggior parte della loro energia precisamente sulle cellule ad una particolare profondità nel tessuto. Questa profondità può essere regolata dall'équipe medica che programma la macchina PBT.

Il fascio di protoni può essere impostato in modo che si fermi una volta che ha “colpito” le cellule tumorali (e ha viaggiato per un margine sicuro oltre il tumore per catturare eventuali cellule tumorali oltre il bordo visibile del tumore). Ciò significa che la terapia con fasci di protoni distrugge le cellule tumorali senza colpire molte delle cellule circostanti. Cosa che è particolarmente importante nei bambini, il cui cervello è ancora in via di sviluppo. In particolare, poiché la PBT focalizza il raggio di protoni esattamente alla profondità richiesta, viene erogata pochissima radioterapia nel percorso che attraversa il resto del cervello dall'altro lato del tumore, a differenza di altri fasci ad alta energia (raggi X) utilizzati nella radioterapia convenzionale. Inoltre, il minore danno al tessuto sano circostante consente di somministrare una dose maggiore di radiazioni al tumore.

La PBT non è adatta a tutti i tipi di tumore al cervello. Funziona meglio per i tumori più piccoli e quelli in cui i bordi sono chiaramente definiti. È utile anche quando il tumore è vicino a strutture molto importanti come il midollo spinale o il nervo ottico. I tumori cerebrali che possono essere trattati con PBT sono:

  • Paragangliomi
  • Cordomi della base cranica
  • Condrosarcomi intracranici
  • Tumori maligni delle guaine nervose della base cranica
  • Emangiopericitomi/tumori fibrosi solitari intracranici
  • Meningiomi intracranici con particolare riferimento a meningiomi in sedi critiche (come, ad esempio, la base del cranio) e meningiomi ad alto grado di aggressività
  • Neoplasie gliali di basso grado
  • Craniofaringiomi e macroadenomi ipofisari
  • Neurinomi dei nervi cranici
  • Ependimomi dell'adulto ed altre neoplasie rare del Sistema Nervoso Centrale (con esclusione di pazienti adulti affetti da medulloblastoma di nuova diagnosi dell'adulto e qualsiasi altra condizione patologica dell'adulto che richieda irradiazione craniospinale)
  • Neoplasie del tronco encefalico
  • Neoplasie encefaliche con indicazione a trattamento radiante in pazienti affetti da sindromi genetiche
  • Neoplasie del midollo spinale

È molto importante che la PBT sia coordinata con l'intervento chirurgico e la chemioterapia. L’interruzione del percorso terapeutico e i conseguenti ritardi possono portare a una terapia meno efficace e a una riduzione del controllo del tumore. Ciò potrebbe contrastare eventuali benefici a lungo termine.

Attualmente, la Protonterapia è disponibile soltanto presso i seguenti centri oncologici:

  • Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia
  • Centro di Protonterapia dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) di Trento
  • Centro CATANA dell’INFN Laboratori Nazionali del Sud (solo per l’adroterapia oculare)

Per avere accesso all’adroterapia all’interno del Sistema Sanitario Nazionale è necessario risiedere nelle Regioni in cui si trovano i centri di Protonterapia/Adroterapia o nelle Regioni che hanno stipulato accordi di convenzione con tali centri o essere autorizzati dalle ASL di appartenenza. Tuttavia, il decreto sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024, prevede trattamenti di adroterapia a carico del Sistema Sanitario Nazionale per dieci patologie tumorali:

  • cordomi e condrosarcomi della base del cranio e del rachide;
  • tumori del tronco encefalico e del midollo spinale;
  • sarcomi del distretto cervico-cefalico, paraspinali, retroperitoneali e pelvici;
  • sarcomi delle estremità resistenti alla radioterapia tradizionale;
  • meningiomi intracranici in sedi critiche;
  • tumori orbitari e periorbitari;
  • carcinoma adenoideo-cistico delle ghiandole salivari;
  • tumori solidi pediatrici;
  • tumori in pazienti affetti da sindromi genetiche e malattie del collageno associate ad aumentata radiosensibilità;
  • recidive che richiedono il ritrattamento in un’area già precedentemente sottoposta a radioterapia.

La procedura per somministrare la PBT è molto simile alla radioterapia convenzionale. Prima dell’inizio della PBT ci saranno diversi appuntamenti preparatori:

  • TAC o RM per pianificare il trattamento e programmare accuratamente la macchina;
  • preparazione della maschera per radioterapia. Questa sarà realizzata su misura per mantenere ferma e in posizione la testa del paziente durante le sessioni PBT. La maschera sarà realizzata con una rete di plastica modellabile, che verrà imbevuta di acqua tiepida e adagiata sul viso. Sarà un po' come avere un panno caldo sul viso. Il paziente indosserà la maschera durante le sessioni PBT per rimanere fermo e in posizione.
  • Visita con il radioterapista per spiegazioni sul trattamento ed eventuali effetti collaterali.

Dopo questi appuntamenti di solito c'è un intervallo di due settimane durante il quale il piano di trattamento viene elaborato appositamente per il paziente. Il trattamento dura generalmente solo un minuto, ma con il posizionamento e gli aggiustamenti è probabile che la sessione duri circa 20 minuti. Di solito viene somministrato quotidianamente (dal lunedì al venerdì) per un massimo di 5-7 settimane. Questo dipende dal tipo e dal grado di tumore. La PBT viene solitamente somministrata come trattamento ambulatoriale, il che significa che non è necessario un ricovero in ospedale. Quindi bisogna programmare un soggiorno nelle vicinanze del Centro di Protonterapia per almeno 8 – 10 settimane.

Effetti collaterali

Poiché la PBT, rispetto alla radioterapia convenzionale, danneggia di meno le cellule sane, ci si aspettano minori effetti collaterali. Tuttavia, i seguenti effetti non sono rari:

  • Fatigue: In genere la sensazione di stanchezza aumenta con il numero dei trattamenti. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il corpo sta utilizzando le sue risorse per riparare eventuali danni alle cellule sane causate dalla radioterapia. Sfortunatamente, la sensazione di stanchezza non scompare immediatamente dopo l’interruzione del trattamento e potrebbe continuare per un certo numero di settimane. I radioterapisti oggi incoraggiano i pazienti a fare almeno 30 minuti di movimento lieve ogni giorno per ridurre l’affaticamento indotto dalla radioterapia.

  • Perdita di capelli: In generale, i capelli andranno persi solo nei luoghi in cui il raggio entra ed esce dalla testa. La caduta dei capelli inizia solitamente circa 3 settimane dopo l’inizio del trattamento. La maggior parte della perdita di capelli è temporanea e ricomincerà a crescere 2-3 mesi dopo la fine del trattamento.

  • Reazioni cutanee: Durante o dopo la radioterapia, alcune persone sviluppano una irritazione della pelle nella zona da trattare, cioè sul cuoio capelluto. Questa può apparire come una scottatura solare (rosso, chiazze e prurito) nelle persone con la pelle chiara, e uno scurimento della pelle in coloro che hanno la pelle più scura. Poiché la pelle sarà più sensibile dopo la radioterapia, va protetta dal vento forte e dal sole, usando sempre una lozione abbronzante e indossando un cappellino con protezione per il collo quando si esce.

Questi sono solitamente effetti temporanei e spesso scompaiono dopo che il trattamento è terminato. Gli effetti a lungo termine sono anch’essi ridotti rispetto alla radioterapia convenzionale, ma dipendono dalla posizione del tumore e del fascio di protoni. È bene chiedere al radioterapista.

È importante ricordare che le informazioni che presentiamo sono offerte per un  orientamento generale e  in nessun caso possono sostituire una consulenza medica specialistica. Se hai domande sui sintomi, la diagnostica o i trattamenti dei tumori del cervello ti preghiamo di contattare il tuo medico.

In questa sezione

  • Il Cortisone
  • Chirurgia
  • Radioterapia
  • Radioterapia stereotassica
  • Protonterapia
  • Chemioterapia
  • Sperimentazioni cliniche
  • Cure palliative

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