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Cannabis terapeutica

La cannabis è la preparazione essiccata, o estratto resinoso, dei fiori o delle foglie della pianta di cannabis, un membro della famiglia della canapa. È una droga illegale in molti paesi e anche in Italia.

I cannabinoidi sono le sostanze chimiche presenti nella cannabis che sono responsabili dell'effetto che la cannabis ha sul corpo. Due cannabinoidi sono di particolare interesse:

  • THC - delta-9 tetraidrocannabinolo (responsabile degli effetti psicoattivi e di dipendenza della cannabis)
  • CBD - cannabidiolo

Dal 2006 è consentito in Italia l'uso dei preparati a base di cannabis a fini terapeutici, e successivamente è stato previsto il rimborso da parte del SSN nei seguenti casi: per terapie di supporto nei pazienti oncologici, sintomi da sclerosi multipla e Sla, glaucoma, anoressia nervosa, infezioni da Hiv, terapie del dolore e la sindrome di Gilles de la Tourette. Le Regioni si sono adeguate alle direttive del Ministero della Salute a macchia di leopardo, come spesso succede.

Dal 2016 è consentito l'uso a fini ricreativi della sostanza con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%.

A cosa serve?

I derivati della cannabis sono prodotti fitoterapici ad azione sintomatica potenzialmente utili in diversi quadri patologici. In particolare il loro utilizzo è autorizzato per il trattamento del dolore cronico (oncologico, neuropatico o associato a spasmi muscolari in patologie neurologiche), per il controllo di nausea e vomito da chemioterapici, per la cachessia e l’anoressia causate da tumori o HIV, per il controllo dei movimenti muscolari involontari in alcune patologie neurologiche e per la riduzione della pressione endooculare nel glaucoma.

Come si assume? 

Due i modi principali: tramite tisana o per inalazione. Nel primo caso si fanno bollire le infiorescenze per 15 minuti e poi si filtra: indicativamente 100 mg ogni 100 ml di acqua, l’equivalente di una tazza (di solito se ne assume una al giorno, due se non ci sono effetti). L’inalazione, invece, avviene tramite un vaporizzatore elettrico in cui si mette la sostanza a scaldare. Ammessi anche gli oli, ma la produzione e la standardizzazione dei principi attivi sono molto difficili.

Chi la può prescrivere e dove si recepisce?

Le preparazioni a base di cannabis possono essere prescritte da qualsiasi medico abilitato, mediante prescrizione magistrale non ripetibile (Rnr). Tuttavia, se vengono prescritte a carico del SSN, a seconda della Regione in cui si è residenti, è possibile che solamente alcuni medici o alcune strutture siano abilitati a prescriverla. Spesso viene prescritta in ambiente ospedaliero da parte di reumatologi e terapisti del dolore, specialmente anestesisti e rianimatori. Per approfondimento, vedi: Medicinali a base di cannabis - Ministero della Salute

Da dove proviene?

I derivati della cannabis disponibili in Italia provengono sia dall’estero, soprattutto dall'Olanda, che da una produzione nel nostro Paese. Recentemente è stata introdotta la materia prima italiana, realizzata ad opera dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e nota con la sigla FM2 che garantisce standard molto stringenti  in conformità alle direttive europee in materia di medicinali e il prodotto finale è sottoposto a maggiori controlli.

I prodotti a base di cannabis sono utili nel trattamento dei tumori cerebrali?

Attualmente, le prove che i prodotti a base di cannabis possono trattare da soli i tumori cerebrali sono limitate.

Ci sono stati alcuni promettenti studi preclinici su topi, in cui THC, CBD e radioterapia usati insieme sembravano rallentare la crescita tumorale. Sono necessarie ulteriori ricerche che coinvolgono studi clinici su persone.

Ci sono stati anche alcuni risultati positivi usando un farmaco chiamato Sativex (una combinazione di THC e CBD) accanto al farmaco chemioterapico temozolomide (TMZ). È stato scoperto che nelle persone con glioblastoma ricorrente, quelli trattati con Sativex avevano maggiori probabilità di prolungare il tempo di sopravvivenza, rispetto a quelli che non avevano il farmaco.

Tuttavia, è stato un piccolo studio, su solo 21 pazienti, per testare la sicurezza e l'efficacia dell'uso di Sativex. Il prossimo passo sarà verificare se Sativex funziona meglio del trattamento standard o se produce meno effetti collaterali. Sebbene siano stati compiuti molti progressi, potrebbero essere necessari altri cinque anni prima che questo farmaco venga autorizzato per l'uso in pazienti con tumore al cervello.

Raccomandiamo sempre di discutere con il tuo medico di eventuali integratori, trattamenti alternativi o complementari che intendi utilizzare. Questo perché qualunque sostanza può interagire con altri farmaci, come medicinali antiepilettici, steroidi o chemioterapia. È importante sapere che gli effetti terapeutici dipendono dalle concentrazioni e dai rapporti di THC e CBD, che non possiamo conoscere nel caso della cannabis coltivata o di strada.

È importante ricordare che le informazioni che presentiamo sono offerte per un  orientamento generale e  in nessun caso possono sostituire una consulenza medica specialistica. Se hai domande sui sintomi, la diagnostica o i trattamenti dei tumori del cervello ti preghiamo di contattare il tuo medico.